Photosynthesis – “Anche gli alberi sgomitano per un po’ di sole”
La frase cantata da Caparezza descrive al meglio lo spirito di Photosynthesis, titolo di Hjalmar Hach (prodotto da Blu Orange e distribuito in Italia da Oliphante) sta facendo tantissimo parlare di sé in rete, catalizzando l’interesse degli addetti ai lavori che hanno fatto a gara per presentarlo ai propri followers. Noi di GamesOverBoard non potevamo certo esimerci dal provarlo.In questo articolo conosceremo meglio questo “astratto ambientato” che vanta un colpo d’occhio che gli ha permesso di garantirsi il sold out sia ad Essen che a Lucca grazie a materiali semplici usati in modo intelligente.
Componenti
Il tabellone di gioco rappresenta un’isola che altri non è che una scacchiera esagonale, simile per dimensioni a quella di Kamon, su cui vedremo crescere un bosco popolato da 56 alberi – 4 specie suddivise in 8 alberi “grandi”, 16 “medi” e 32 “piccoli” – che si contendono i raggi del sole. Analogamente a quanto accade in natura, il sole fornisce l’energia necessaria per la fotosintesi ed è rappresentato da un cartoncino sagomato posto sotto il tabellone, e nel corso di 3 (o 4 nella versione avanzata) cicli solari scandisce la durata della partita. Dopo che ci saremo divertiti a montare gli alberi alla prima apertura, la scatola permette di riporli in modo ordinato grazie a quattro semplici fascette di cartone. Completano la dotazione di Photosynthesis: 24 segnalini “seme”, 1 indicatore punti sole, 24 dischetti punteggio e 4 plance colorate.
Ci ha stupito l’assenza di una o due bustine di plastica per riporre in modo più ordinato i componenti più piccoli ma crediamo che ogni buon giocatore che si rispetti ne possieda in numero adeguato per compensare questa mancanza.
Setup Iniziale
Il setup di Photosynthesis è rapidissimo. Si collocano sui relativi spazi delle plance 4 semi e gli alberi in base alle loro dimensioni mentre i rimanenti (4 alberi piccoli e 1 medio) vanno posti a fianco pronti per l’uso [Fig.1]. I gettoni punteggio si dividono, in ordine decrescente di valore, in quattro pile in base al colore che contraddistingue sull’isola quattro zone concentriche. Consegnato al più giovane il segnalino primo giocatore, il primo turno consiste nel far piazzare, ad ogni giocatore, un alberello di valore 1 preso dalla propria riserva personale sulla corona esterna dell’isola. Si procede così fino a che tutti hanno piazzato due alberi. Collocato, infine, il sole nell’apposito spazio e si da il via al gioco.
Svolgimento del gioco
Ogni turno si divide in due fasi :
- Fotosintesi: Tutti i giocatori ricevono contemporaneamente i punti luce (PL) catturati dai propri alberi non in ombra, secondo la loro dimensione (albero piccolo 1 PL; albero medio 2 PL; grande 3 PL) e li segnano sulla propria plancia. La taglia degli alberi non conta solo per l’ottenimento di questi punti ma anche per calcolare l’ombra. Ogni albero infatti proietta un cono d’ombra di lunghezza pari alla propria altezza, impedendo agli alberi di dimensioni pari o inferiori che vi si ritrovano dentro di ricevere la luce solare ed i relativi punti. Un albero di taglia superiore riuscirà a ricevere la luce e fornire l’ammontare completo dei punti sole.
- Fase di ciclo vitale, in cui spendendo punti sole si possono svolgere le seguenti azioni:
1) Comprare, ovvero spostare semi o alberi dalla plancia personale all’area dei “disponibili” per renderli pronti per le azioni successive.
2) Interrare un seme fino ad una distanza pari all’altezza dell’albero che “fornisce” il seme.
3) Far crescere un albero a partire da un seme precedentemente piantato o da un albero di dimensioni inferiori.
4) Raccogliere, ovvero completare il ciclo vitale di un albero grande rimuovendolo dalla plancia e prendendo il gettone punteggio posto in cima alla pila relativa alla zona dalla quale è stato raccolto.
A fine turno, il segnalino primo giocatore si muove in senso orario così come il sole che irradierà il bosco da un’altra angolazione creando una nuova situazione di zone di luce ed ombra sul tabellone. Al termine di 3 (o 4 nella versione avanzata) rivoluzioni solari si contano i punti vittoria e si decreta il vincitore, ovvero chi è riuscito ad ottimizzare al meglio i propri punti sole per guadagnare più gettoni.
Analisi di un successo
Cerchiamo di capire perché Photosynthesis è stato successo dal punto di vista commerciale. Vedere il gioco “apparecchiato” è un piacere, e in un periodo di espansione del mercato dei giochi da tavolo con molti titoli in uscita ogni mese, l’appeal estetico è un aspetto che i produttori non possono più sottovalutare. Sentiamo già le voci dei bambini che chiedono ai loro genitori di giocare al gioco con gli alberelli, ed infatti il titolo si rivolge ad un pubblico vastissimo a partire dagli 8 anni in su, anche grazie a regole semplici che permettono di iniziare a giocare in meno di 10 minuti.
Ma allora Photosynthesis è un family game?
A dispetto di una grafica accattivante ed una ambientazione leggera Photosythesis non è affatto un gioco “semplice”. O meglio dipende da chi si siede al tavolo e da come interpreta la partita. Un bambino o un giocatore occasionale probabilmente punteranno a creare un bel boschetto colorato senza stare a pensare a come intralciare le azioni degli avversari o a come ottimizzare le proprie per ottenere gli agognati gettoni punteggio. Un gamer esperto troverà pane per i suoi denti, soprattutto in versione avanzata dove la crescita degli alberi non è consentita se ci si trova all’ombra. La versione avanzata obbliga i giocatori ad un’attenta pianificazione delle azioni al fine di ottenere il massimo dei punti sole contrastando, nel contempo, le mosse dei giocatori avversari mettendo in ombra i loro alberi. Da non sottovalutare nemmeno il tempismo necessario con cui bisogna scegliere il momento migliore per sacrificare gli alberi grandi che sono quelli che ci garantiscono più punti sole, ma anche gli unici che ci faranno ottenere punti vittoria. Tagliarli senza avere un’alternativa per incamerare punti sole nei turni successivi ci condurrà a rallentare il ritmo del nostro gioco mentre assistiamo impotenti alla crescita del bosco altrui.
Se da un lato ci troviamo di fronte ad un “astratto ambientato” per via dell’encomiabile lavoro svolto in questo senso, è pur vero che Photosynthesis si potrebbe giocare ugualmente su un altro tipo di supporto come una scacchiera con delle pedine numerate da sostituire in ordine crescente (0,1,2,3 al posto degli alberi).
Un po’ di strategia
Con diverse partite alle spalle, possiamo analizzare il flusso di gioco per cercare di capire se vi sono delle strategie vincenti. L’esperienza di gioco varia al crescere del numero dei giocatori. Giocando sempre sulla stessa plancia è ovvio pensare che in 2 ci si pesti molto meno le radici che in 4 anche se la corsa al centro, più remunerativo in termini di punteggio, mitiga questo problema facendo si che si lotti per le stesse posizioni.
Più che altro, essendo un gioco per certi versi scacchistico, in due è più semplice studiare mosse e contromosse per interferire nei piani dell’avversario. Pianificare strategie a lungo termine non è semplice, perché leggere il tabellone dopo i primi turni difficilmente ci permetterà di intuire come lo stesso si presenterà dopo un paio di rivoluzioni solari. I primi turni, quindi, si svolgeranno in modo abbastanza rapido e la prima scelta che i giocatori potranno prendere sarà quella di scegliere se prediligere uno sviluppo in verticale o in orizzontale del proprio bosco. Far crescere rapidamente le piante o cercare di seminare il più velocemente possibile? Alcuni giocatori punteranno a raggiungere rapidamente la casella centrale, altri resteranno più defilati per sperare di accalappiare qualche punto luce in più. Successivamente si passerà a studiare la disposizione propria in funzione di quella altrui e si inizierà a fare i conti con il problema delle ombre (e spesso saranno i nostri stessi alberi a farci ombra). A metà partita inizieranno i dilemmi legati alla decisione di tagliare o non tagliare i nostri campioni da tre punti e si cadrà nel tranello dell’aspettare ancora un altro turno per raccogliere oppure in quello del disboscamento feroce che ci condurrà ad un misero bottino di punti luce impedendoci il turnover degli alberi grandi.
Durante l’ultima rivoluzione, i dubbi sulle proprie mosse aumenteranno e ci troveremo a calcolare ogni PL consci che potrebbe fare la differenza fra la vittoria e la sconfitta. Non sarà più tempo per seminare, bisognerà solo tagliare e far ricrescere gli alberi da tre per ottenere più gettoni possibili. E quando il sole tramonterà sulla nostra isola tutto ciò che sarà rimasto in plancia sarà solo uno spreco, conteranno solamente i gettoni punteggio e conterà soltanto averne uno in più degli altri perché, nonostante questi abbiano un valore decrescente, non vi è uno scarto sufficiente per premiare chi è riuscito a ottenere quelli di valore maggiore se se ne è raccolto uno di meno. A parità di numero di gettoni, invece, è d’obbligo andare a contare il punteggio. Perciò i risultati finali vedranno uno scarto minimo fra chi ha raccolto lo stesso numero di volte, e uno scarto molto ampio con chi non è riuscito a fare altrettanto. A dirla tutta, ci sarebbe anche da aggiungere al punteggio finale i punti dati dai PL rimasti inutilizzati nella plancia personale.
A questo punto, vi imbatterete in una incongruenza del regolamento che produrrà risultati diversi a secondo voi giochiate Photosynthesis in Italia o in un altro paese. Nello specifico: In Italia, Francia e Paesi Bassi 1 punto ogni 3 punti sole non utilizzati (0 punti sole non da diritto ad alcun punto vittoria) e uno si potrebbe domandare: ma perché 1 o 2 punti sole allora ci fanno guadagnare punti? Se è 1 ogni 3 non dovrebbero. Ci vengono in aiuto i Portoghesi, gli spagnoli e i russi che specificano: da 0 a 2 niente punti vittoria. Ma siccome noi amanti dei giochi da tavolo abbiamo tutti uno spirito un po’ german, andiamo a vedere il libretto in tedesco e leggiamo: per ogni linea iniziata di punti luce ricevi 1 punto vittoria, non ricevi punti se sei a 0 punti luce. E questo se si osserva la plancia personale attentamente sembra trovare riscontro nei numerini che si trovano accanto alle linee che indicano i punti luce (anche se a questo punto avrebbe avuto più senso metterli all’inizio della fila). Ma nella maggior parte dei casi questi punti sono del tutto ininfluenti per l’esito della partita. Forse si sarebbe potuto pensare un sistema di punteggio diverso che tenesse in considerazione anche altri aspetti (alberi residui in plancia, conversione integrale dei punti luce in punti sole, applicazione di valori differenti ai gettoni punteggio) senza incappare nelle solite “insalate di punti” cui ci hanno abituato altri autori.
Cosa ne pensiamo?
Ricapitolando possiamo dire certamente che il successo di Photosynthesis è ampiamente meritato perché riesce ad essere un gioco moderno e accattivante che attira il pubblico. Non è certamente un gioco privo di difetti e alla lunga potrebbe peccare di longevità, sia per un giocatore occasionale che non vuol star lì a spremersi troppo le meningi, sia per un giocatore più esperto che, a lungo andare, per quanta strategia possa mettere in campo, alla fine dovrà puntare comunque a svolgere l’azione Raccogliere una volta in più degli avversari per vincere. I prossimi mesi ci diranno se Photosynthesis sarà riuscito a soddisfare pienamente i giocatori che gli hanno dato fiducia o se sarà una luminosa meteora nel panorama ludico di questa stagione.
Dettagli del gioco
Autore Hjalmar Hach
Illustratore Sabrina Miramon
Editore Blue Orange Games, Oliphante (IT)
Età 8+
Giocatori 2-4
Durata 45-60′
Dip. lingua Nessuna. Assenza di testo nel gioco.
Overall
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Componenti - 8.5/10
8.5/10
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Meccaniche di gioco - 8/10
8/10
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Scalabilità - 7.5/10
7.5/10
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Longevità - 6.5/10
6.5/10
Riassunto
PRO – Componentistica curata nella realizzazione e nell’aspetto grafico – Rapidità di setup e spiegazione – Ambientazione riuscita quasi in pieno – Buona interazione fra i giocatori.
CONTRO – Ripetitività dovuta a poca varietà strategica – Sistema di attribuzione punteggi finali.